Scuola: partecipazione, social media, chat.

di Giovanni Sapucci

Questa mattina, ascoltando la trasmissione Il mattino di radio 1, uno dei giornalisti ha proposto una intervista al presidente dell’Associazione Nazionale Presidi sul tema della partecipazione dei genitori alla vita scolastica.

Mancata partecipazione e social media

Il Presidente ANP ha segnalato che gli organismi di partecipazione istituzionali della scuola, gli Organi Collegiali, riscontrano la disaffezione dei genitori e non solo.

Tale disaffezione è stata posta in relazione all’avvento dei social media e delle chat fra i genitori.

Non si può non cogliere in queste riflessioni una poco velata critica alle nuove tecnologie, pur affermando la loro imprescindibilità.

Un approccio che richiede alcune riflessioni.

Mi pare che in pochi riflettano sulle responsabilità delle istituzioni. La scuola ha fatto molto poco per evitare che le nuove tecnologie prendessero piede come strumento difensivo.

Uno strumento difensivo contro la deriva burocratica e aliena degli organi istituzionali.

Deriva prodotta dalla difficoltà della scuola nel sapersi mettere in discussione, sapendosi confrontare con gli studenti, con i loro familiari e con la società.

L’eccesso di burocrazia degli organi collegiali

La deriva burocratica, che precede di molto l’avvento dei social media, ha prodotto un allontanamento dai momenti istituzionalizzati di partecipazione.

Negli incontri degli organi collegiali, nella maggior parte delle scuole, sono trattati prevalentemente argomenti di carattere burocratico, poche volte i problemi vissuti da chi nella scuola è costretto ad esserci tutti i giorni.

Quando la scuola si trova a dover affrontare problemi con i genitori, assume spesso una posizione “difensiva”. Una logica contraria alla possibilità di creare un clima volto alla ricerca di una possibile soluzione ai problemi stessi.

Tutto questo produce una percezione di lontananza dalla istituzione scuola degli studenti e dei loro familiari.

Una lontananza che provoca “non conoscenza” e l’insorgere di idee non realistiche sulla realtà scolastica quotidiana. Condizione che impedisce di comprendere le motivazioni delle scelte fatte dalla scuola e del suo modo di operare.

Tutto questo entra in rotta di collisione con la crescita esponenziale delle aspettative e proiezioni dei genitori sui figli e sul loro bisogno di controllare la loro crescita che sembra connotare nel nostro paese questa epoca storica.

La scuola sembra ferma al passato

Una nuova realtà culturale e tecnologica che è il risultato di processi sociali ampi e complessi. Spesso difficili da analizzare e comprendere.

I genitori hanno bisogno di conoscere la vita dei loro figli a scuola, la vita reale e non quella filtrata dalla burocrazia degli organi collegiali. Oppure quella espressa in “colloqui” brevi e generici.

I colloqui con i genitori degli studenti con maggiori difficoltà sono spesso lo strumento per richiedere ai genitori un maggiore impegno. Non sono quasi mai anche la messa in campo delle difficoltà e dei limiti della scuola e degli insegnanti. Questo sembra dichiarare implicitamente che se lo studente ho difficoltà scolastiche, la responsabilità è dei genitori.

I genitori vogliono essere informati

I genitori oggi hanno bisogno di incontrare gli insegnanti dei loro figli più spesso che in passato e di poter avere degli scambi più approfonditi con gli insegnanti sulla realtà dei loro figli a scuola.

Tutto questo con la speranza di sentirsi ripetere che il proprio figlio sta procedendo positivamente negli studi, che lo sta facendo in modo “eccellente”

Molto spesso questo non è possibile, gli studenti incontrano difficoltà, i genitori si sentono colpevolizzati e reagiscono in modo negativo, a volte aggressivo, a valutazioni non positive da parte degli insegnanti.

La solitudine degli insegnanti

Questi ultimi si sentono soli ad affrontare le difficoltà dei genitori e si deve riconoscere che la scuola non fornisce loro i supporti necessari a gestire relazioni complicate, oggi molto di più che in passato. Gli insegnanti sono lasciati soli da una struttura organizzativa mal strutturata. Una condizione che spinge a ridurre al minimo le occasioni di incontro.

Una spinta supportata anche da scelte politiche e sindacali ormai lontane che hanno prodotto una grave riduzione delle ore obbligatorie per le attività non a diretto contatto con gli studenti. Quelle necessarie per la gestione e il confronto collegiale, per gli incontri individuali e collettivi con i genitori, ecc.

Un quadro in cui ad una riduzione significativa degli spazi per la partecipazione e il coinvolgimento dei genitori, si contrappone un forte aumento del bisogno dei genitori di avere maggiore disponibilità all’incontro da parte della scuola.

La forbice fra disponibilità a dare risposte e il bisogno di fare domande e ricevere risposte si è molto allargata.

I social media hanno occupato questo spazio e costituiscono uno strumento potente, semplice e a disposizione di tutti.

I social media strumenti preziosi

Se rimangono separati e considerati nemici delle relazioni con la scuola, diventano lo strumento per veicolare sentimenti aggressivi e antagonisti.

Se diventano uno strumento a supporto di una migliore disponibilità da parte della scuola ad attivare e praticare relazioni più significative ed efficaci fra insegnanti, scuola e genitori, costituiranno un importante strumento di crescita.